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 DUOMO DI FIDENZA

Un tempo attraversata dalla Via Emilia, si apre al centro del borgo medievale, di cui conserva l’atmosfera e le proporzioni. Lo spazio raccolto della piazza, caratterizzato dal vecchio acciottolato, è dominato dalla maestosa facciata del Duomo, delimitato a est da una linea di case antiche e, a nord, dalla porta di S. Donnino. Duomo* (Al-2). Già in periodo paleocristiano si ha notizia di una piccola chiesa che custodiva le spoglie di S. Donnino, martire cristiano decapitato nel 291 sulle rive del torrente Stirone, a cui è dedicata l’attuale cattedrale. E fu proprio grazie al culto dei santo che, nel medioevo, la chiesa divenne tappa obbligatoria per i «romei», i pellegrini che lungo la Via Francigena si dirigevano a Roma. Considerato uno dei massimi esempi dell’architettura romanica padana, deve il suo assetto attuale a tre fasi successive di sviluppo, che si protrassero per circa duecento anni: tra la fine del XI secolo e l’inizio del XII fu definita la struttura basilicale a tre navate; verso la fine dei secolo XII la scuola di Benedetto Antelami, su progetto del maestro, realizzò una nuova facciata delimitata da due torri e la copertura a volte; infine, negli ultimi anni del XIII secolo, venne ricostruita l’abside in forme gotiche e inserita, nella zona più alta, una struttura a costoloni. Le cappelle laterali, invece, furono aggiunte solo nel secolo XVI. Nella facciata a capanna rimasta incompiuta, chiusa fra due torri gemelle, si aprono tre portali, notevoli per la ricchezza delle decorazioni scultoree e incorniciati da protiri assai elaborati. Opera della scuola antelamica è il maestoso portale mediano, con le statue di Davide ed Ezechiele sormontate da scene di pellegrini, tra cui quella della folla che attraversa il ponte di S. Donnino rimanendo miracolosamente incolume al crollo; più antiche le sculture dei portali laterali, ascrivibili a maestranze lombarde. Una sorta di bassorilievo a nastro, raffigurante episodi dell’infanzia di Cristo e della vita di S. Donnino, corre lungo la facciata come elemento di raccordo. Al campanile, opera di Giovanni dei Bruno (1569), si affianca la bella abside del 1287, ornata da rilievi romanici che raffigurano le quattro stagioni e ingentilita nel registro superiore da una loggia.   L’interno, a tre navate con pilastri a fascio, è una struttura slanciata sovrastata da matronei a quadrifore in cui è rintracciabile l’influenza dell’architetto lombardo Lanfranco, artefice della Cattedrale di Modena. Volte a crociera ogivali realizzate alla fine del secolo XIII coprono la navata centrale; il presbiterio, profondo e rialzato sulla cripta, termina in un’abside semicircolare. Molte sculture presenti all’interno dei Duomo risalgono all’inizio del ’200, e rivelano la maestria della bottega di Antelami; tra queste si notino, al 1° pilastro a destra, sopra il capitello, Dio Padre racchiuso nella mandorla che sovrasta il bel rilievo della Caduta degli angeli ribelli. La 4° cappella a destra, di epoca rinascimentale, è ornata da preziose decorazioni in terracotta di ambito cremonese, databili all’inizio del ‘500, e da affreschi attribuiti alla mano di Tommaso Aleni (1513). Alla fine della navata destra è posta un’acquasantiera sorretta da un telamone, eseguita dalla bottega antelamica: tra le figure a mezzobusto che la decorano si può osservare quella di papa Alessandro II, probabilmente raffigurato per ricordare che fu proprio questo pontefice, tra il 1061 e il 1073, a introdurre nellaliturgia l’uso dell’acqua benedetta. Nell’abside, dove piccole figure sostengono una serie di esili colonnine, le opere più pregevoli sono le sculture che dominano il catino (Cristo giudice affiancato dai simboli degli Evangelisti e da figure di angeli), certamente realizzate nella bottega di Antelami, e probabilmente parte di un pulpito poi smembrato; sempre nell’abside, l’affresco frammentario con il Giudizio finale, di scuola emiliana, risale alla fine del XII secolo Nella cripta, ampia struttura a tre navatelle rialzate alla fine del ‘200, si può ammirare il gruppo della Madonna in trono col Bambino, altra bellissima opera scultorea di Benedetto Antelami. A sinistra, un sarcofago romano a cassapanca risalente al II-III secolo è collegato al culto di S. Donnino, perché nell’alto medioevo fu utilizzato per custodire le spoglie del martire; in seguito le reliquie del santo furono poste nell’arca marmorea che si trova sulla destra, la cui decorazione a rilievi, Storie di S. Donnino, è opera di uno scultore lombardo del tardo ‘400 vicino all’Antelami; solo in un periodo successivo l’urna con le reliquie fu sistemata sotto l’altare, dove ancora si conserva. La celebrazione del santo prosegue nella volta sopra l’altare, con affreschi raffiguranti Scene del martirio di S. Donnino, attribuiti al Chiaveghino.
Da segnalare l'interessante sito del museo del Duomo di Fidenza
all'indirizzo  www.museoduomofidenza.it